Castel di Sangro - Abruzzo

A casa della nonna abruzzese

Vi porto a casa di una nonna, in Abruzzo, per un weekend tutto da vivere.

Nonna abruzzese: Castel di Sangro

In estate capitava di andare dalla mia amica in Abruzzo e passare il weekend da lei e dalla sua nonna abruzzese.

Ricordo tutto di quei giorni, il piacere di ritrovare un’amica, ma quello che mi viene sempre in mente è la domenica dove la famiglia prendeva forma: era il giorno del riposo, il giorno dello stare insieme.

Ricordo il piacere di svegliarsi sotto le calde coperte (si perché anche in estate a Castel di Sangro fa un po’ freddo) coccolati dall’odore del caffè, del latte caldo e dei maritozzi del mattino, rigorosamente comprati di primo mattino al panificio in centro, perché da quello sì che sono buoni…ma non solo, la colazione prendeva forma con degli strani biscotti e dei “waffel” (oggi li chiameremo così). Ma scopriremo tutto dopo.

castel di sangro centro

Si parte alla volta del giro del paese in bici tra salite e discese, distese di prati verdi dove noi ci stendevamo senza pensare a cosa ci fosse sotto, per poi arrivare al primo panificio dove la pizza rossa era appena stata sfornata e, anche se io sono napoletana e la pizza ce l’ho nelle vene, vi posso garantire che quella ha un sapore diverso, ha il sapore del calore, della tradizione, dell’opera di chi, come la nonna della mia amica, da anni prepara tutto a mano con amore.

La bellezza delle tradizioni abruzzesi

In paese si scorgono tanti laboratori di pasta fresca e sono sempre pieni di gente, a prescindere dal giorno della settimana, e le loro vetrine sono piene di vassoi ricchi di bontà. L’impasto della pasta all’uovo ha le forme più strane, si passa dagli gnocchi ai ravioli, dalle sagne agli spaghetti alla chitarra, e tra forme e colori è davvero un bel vedere…oltre che un buon mangiare!

Noi però siamo ospiti della nonna abruzzese che ha iniziato a preparare dal mattino presto. Arrivati nella sua casa vicino al fiume, ci sediamo vicino alla finestra stanche della passeggiata in bici e magicamente la nonna, impeccabile con i suoi capelli ordinati ed il suo zinale (grembiule da cucina) è pronta a mettere la tovaglia e ad aspettare i commensali.

Per lei la domenica è un giorno speciale, è il giorno della convivialità e quindi tutti a tavoli pronti ad assaggiare quello che con tanto amore e cura ha preparato, rispettando ovviamente la tradizione abruzzese.

Si parte con un antipasto di polpette cacio & ova morbide, gustose e ricche di formaggio accompagnate dalla pizza bianca o dai panini all’olio, per poi proseguire con degli squisiti spaghetti alla chitarra con il sugo delle polpette o dei ravioli ricotta e spinaci conditi con burro e salvia, insomma ce n’è per tutti i gusti!

Il pranzo prosegue con una brace comune dove tutti si danno il cambio per cuocere i famosi arrosticini, spiedini di carne di ovino (castrato o pecora) tagliata a cubetti dove la cottura fa la differenza, oppure il classico agnello cacio e ova (Leggi Ricetta “Agnello Cacio e Ova”) tutto accompagnato da patatine fritte per i ragazzi e cicoria, verdura molto amara ma a detta degli adulti davvero saporita.

Ci si ferma per una sosta ma non finisce qui: c’è un cesto enorme di frutta di stagione e i dolci della nonna e, anche se non è Natale, la nonna ha preparato i mostaccioli che a differenza di quelli napoletani sono morbidi e hanno una glassa al cioccolato fondante abbastanza spessa, e le ferratelle (Leggi Ricetta “Le Ferratelle”) serviti con varie marmellate tra cui quella d’uva.

nonna abruzzese

Poiché si tratta di un dolce mai visto voglio indicarvi la ricetta, anche perché diceva sempre la nonna che per cuocerle bene c’era una vera tecnica: cuocerle recitando una preghiera per ogni lato, il tempo di un Ave Maria da una parte e di Padre Nostro dall’altra, per far sì che i dolci siano perfettamente pronti.

Un'aromatica chiusura

Ah dimenticavo: a tavola, come chiusura del pranzo, c’è anche un interessante liquore: il ginepro mi sa di qualcosa di forte ma anche coreografico visto che somiglia a un rosmarino bianco. Ovviamente per gustarlo come si deve, bisogna servirlo ghiacciato, in modo da poter assaporare ogni suo aroma.

Grazie amica e grazie nonna abruzzese. La tua dedizione nel cucinare si assaporava in ogni tua creazione e si vedeva nella gioia di sedersi a tavola e guardare tutti mangiare con gusto il frutto della tuo amore.

Scrivo e mi mancate tantissimo. Ma ci vedremo presto!

E TU? Sei mai stato in Abruzzo?
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